IL TEMPO VA MISURATO IN TRASFORMAZIONI...



Il mondo della fisica ci insegna come qualsiasi forza, qualsiasi velocità o più in generale, qualsiasi cosa, possa assumere valore negativo e positivo; tutto dipende dal sistema di riferimento. Una forza può essere positiva o negativa, dipende dalla direzione che si prende in considerazione, stessa cosa vale per la velocità. La fisica ci insegna però che vi è una sola cosa che non può esser presa negativa, che non può assumere un doppio valore: il tempo. Ebbene sì, perché qualsiasi episodio che avviene nella realtà fenomenica, che sia una persona che corre con una determinata velocità o la forza stessa che io applico sui tasti della mia tastiera in questo momento, risiedono all’interno del tempo, che fluisce come un fiume in piena, all’infinito. Possiamo infatti fermare qualsiasi cosa: il battito di un cuore, il volo di un aereo, la corsa di un bambino. Tutto, tranne il tempo, che scorre inesorabile alle nostre spalle. Purtroppo o per fortuna, indietro nel tempo non si può tornare. 

Ammetto che sia una frase fatta, ma è innegabile che ciò corrisponda a realtà. Nasce quindi però un dubbio su quella che possa essere la concezione di tempo, non come tempo concepito in sé, ma sulle tre famose forme di tempo che noi tutti conosciamo: passato, presente e futuro. 

Come si afferma nel testo di Bloch, vi è un velo sottilissimo tra la concezione di passato e futuro, ove risiede il tempo presente. Il presente sconfina allo stesso tempo sul passato e sul futuro. Sul passato poiché il momento in cui parlo o penso è già lontano da me, poi sul mio futuro, poiché è verso il futuro che questo momento è proteso. Risulta quindi difficile dara una definizione esatta si passato o futuro, tantomeno che di presente. Il fluire del tempo indica di conseguenza il mutamento, il continuo divenire eraclitiano definito attraverso la formula “pantha rei”. La formula appena citata si trova nel trattato Sulla natura, dove si può constatare che l'espressione "tutto scorre" non è presente:

«Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell'impetuosità e della velocità del mutamento essa si disperde e si raccoglie, viene e va.»


In questo frammento Eraclito sottolinea come l'uomo non possa mai fare la stessa esperienza per due volte, giacché ogni ente, nella sua realtà apparente, è sottoposto alla legge inesorabile del mutamento. In merito alla concezione di presente, e di attimo in quanto tale, possiamo portare alla memoria la famosa citazione di oraziana “carpe diem”. La filosofia oraziana del carpe diem si fonda sulla considerazione che all'uomo non è dato di conoscere il futuro, né tantomeno di determinarlo. Solo sul presente l'uomo può intervenire e solo sul presente, quindi, devono concentrarsi le sue azioni, che, in ogni sua manifestazione, deve sempre cercare di cogliere le occasioni, le opportunità, le gioie che si presentano oggi, senza alcun condizionamento derivante da ipotetiche speranze o ansiosi timori per il futuro. Il "carpe diem" è ispirato alla concezione epicurea di felicità come assenza di dolore, ed esprime l'angosciosa imprevedibilità del futuro, la gioia dignitosa della vita e la rassegnazione nell'accettare della morte, che il poeta cerca di esorcizzare con l'invito a vivere il presente per non pensare al momento inevitabile del trapasso. Il fluire del tempo quindi è inevitabile. Ed ecco perché l’uomo ha sempre cercato attraverso le metafisiche e le filosofie una risposta sulla vita e su come quest’ultima vada vissuta. Nello stadio estetico kierkergaardiano, ove si vive nell’attimo unico ed irripetibile, si cerca di vivere al meglio la vita poeticamente, evitando la ripetizione. 

Fortunatamente o sfortunatamente non so come sarà il mio corpo tra vent’anni, non so cosa farò, dove vivrò, se sarò sposato, ecc… 

Perché tutti quei progetti che ho in mente ora per il mio futuro potranno non realizzarsi o cambiare in corso d’opera, perché il contesto sociale politico ed economico e i condizionamenti del mondo esterno ci cambiano, e cambiano il nostro modo di pensare. 

Basti pensare alle straordinarie scoperte scientifiche, inizialmente considerate come folli e che poi rivelatisi verità, che hanno stravolto totalmente il pensiero umano nel loro settore. Basti pensare alla dimostrazione della sfericità del globo o alla teoria della relatività.

Voglio concludere questo testo con una citazione di Fabrizio Caramagna, il quale afferma e racchiude un po’ il mio pensiero in merito:

Il tempo non va misurato in ore e minuti, ma in trasformazioni.”


GIANVITO TRIA

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