IL TEMPO. LA QUARTA DIMENSIONE

Il tempo. La quarta dimensione. La dimensione che definisce il cambiamento di stato di un oggetto tridimensionale all’interno dello spazio. La più affascinante tra le dimensioni in quanto influenzabile dagli eventi e dalle nostre scelte. Azioni diverse corrispondono allo spostamento diverso di oggetti nello spazio che determinano quindi scenari tetradimensionali differenti.
In altre parole, ad ogni nostra azione corrisponde un futuro ben definito.


Ed è forse per questo che Freud attribuiva i traumi infantili ai disturbi della psiche e che il me bambino che gioca con le costruzioni vuole diventare il me adulto che fa l’architetto.
Ogni nostra scelta, dunque, viene presa in relazione al nostro futuro ideale. Facciamo ciò che crediamo che possa garantire il futuro che abbiamo immaginato di voler vivere.
Il vero dubbio di questa prospettiva rimane che un bambino di poco più di 4 anni non potrà mai sapere - o immaginare - che giocando in un certo modo determinerà il proprio futuro. Si può dire allora che le azioni di un bambino siano irrazionali, pure, vere, perché sono fatte solo per generare un piacere momentaneo e incondizionato. 

Arriva però un momento in cui quel bambino sarà cresciuto e il suo unico interesse non sarà più giocare con le costruzioni o spostare mucchi di sabbia e pietre con il suo escavatore giocattolo. Quel bambino adesso è un quasi-adulto e deve mettere in ordine i propri pensieri e decidere che ruolo avere nella società. Credo che sia uno dei momenti più stressanti della vita. Dopo aver vissuto un’infanzia e un’adolescenza con spensieratezza si è costretti, di punto in bianco, a fare una delle scelte più importanti della vita.
A questo punto ognuno di noi, dopo continue lotte interiori fatte di idee abbozzate e ripensamenti, mette in rassegna i propri interessi e capisce a quale destino vuole appartenere. 


Solo adesso che sono cresciuto mi rendo conto dell’importanza dei gesti di  quel bambino che amava tanto giocare a costruire qualsiasi cosa con ciò che aveva a disposizione. Dedicandomi così tanto in questo durante l’infanzia, inevitabilmente sono stati per la prima volta definiti i miei primi interessi e da ciò ne consegue il condizionamento della mia personalità. L’avere a che fare continuamente con il creare, lo smontare, il modificare, in tenera età ha determinato in me una creatività pragmatica che mi consente di immaginare facilmente le soluzioni migliori nella progettazione dei miei lavori. 

Con il passare del tempo, infatti, ho abbandonato sempre di più il semplice gioco e ho stranamente sostituito quel mio svago con un’attività che richiedeva un approccio molto più serio e schematico, in quanto necessita di una progettazione vera e propria, ma che consiste comunque nella creazione di qualcosa. Tutto ciò è avvenuto naturalmente.  Prima ancora che me ne accorgessi, il gioco di un bambino ha condizionato il futuro di un ragazzo.  Un ragazzo determinato a voler trasformare ancora una volta quell’interesse: una volta gioco, ora passione, domani mestiere.



Un ruolo importante nell’ambito creativo lo svolge l’ozio. Un atto tanto mal visto quanto prezioso per la formazione di idee. Si tratta di un ozio “sano”, un momento in cui l’unico intrattenimento è la propria mente, che insoddisfatta della staticità degli eventi genera nuove idee da mettere in pratica. 

In questo periodo di isolamento forzato ho avuto molto tempo libero, ma allo stesso tempo l’assenza di stimoli esterni e le continue distrazioni frivole hanno inibito la mia voglia di fare appiattendo quindi le mie giornate. Sono state effettivamente poche le volte in cui mi sono lasciato trasportare dai miei processi creativi, ma non sono state comunque sufficienti a passare serenamente queste giornate. 

Per la prima volta però mi accorgo di quanto sottovalutassi geli stimoli dell’ordinaria vita quotidiana. Questo periodo perciò funge, per me, anche da insegnamento perché ora capisco quanto un qualsiasi evento, per quanto banale, possa influire positivamente sul benessere di una persona.

MARCELLO SORICE

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