VERSO UNA SOCIETA' SOLIDALE

La situazione di pandemia ha arrestato bruscamente il contesto lavorativo della maggior parte del mondo, un “lockdown” senza precedenti paragonabile solo ai periodi bellici della Prima e della Seconda Guerra Mondiale; questa volta si combatte contro un nemico più piccolo, invisibile, un virus che si diffonde a macchia d’olio, da persona a persona, e non sempre si manifesta platealmente. 
Tutti gli esseri viventi ne stanno risentendo, dagli uomini agli animali e le piante, chi in maniera positiva, chi in maniera negativa. La situazione più difficile, ovviamente, la sta attraversando l’uomo, il quale non può lavorare, è costretto a stare in casa se non per adempire a bisogni di prima necessità, come l’acquistare cibo o per motivi di salute. Al contrario piante e animali stanno vivendo un momento molto positivo, l’inquinamento si sta riducendo, le acque si stanno “depurando”, ne è testimone Venezia in cui non se ne erano viste di così limpide da tempo immemore insieme al ritorno dei pesci nelle zone portuali; gli animali si stanno riavvicinando alle città perché non c’è più un traffico di auto e uomini sfrenato. 
In questa situazione stanno emergendo platealmente situazioni che i “grandi”, in tempi ordinari, nascondono, voragini sociali e amministrative che non possono essere ignorate oggi, nel 2020, sembra come se avanzassimo velocissimi a livello tecnologico-industriale ma regredissimo terribilmente in ambito umano e sociale. 



La mia speranza è nella presa di coscienza di tutte queste lacune sociali che possono essere colmate sfruttando proprio questa situazione di blocco generale, ristabilire una parità sociale tra i cittadini, incentivare il lavoro “pulito”, investire in modo coerente sui giovani al fine di ottenere un popolo formato e pronto a fronteggiare qualsiasi difficoltà perché la ricchezza di uno Stato non sta solo nella ricchezza di pochi e nei cosiddetti colossi aziendali, ma in una società solidale e con solide basi lavorative che permettano un concreto scambio generazionale e culturale. 
Si dovrebbero fare adesso dei provvedimenti mirati a mantenere pulito l’ambiente, favorire le risorse eco-sostenibili, imporre divieti sugli scarichi e sulle emissioni. È un momento da utilizzare per prendere coscienza del fatto che si stava andando troppo avanti, troppo oltre, rischiando di entrare in una condizione irreversibile, di cui si stavano già manifestando le prime forme, come il grande scioglimento dei ghiacciai in Antartide, dove si è registrata, per la prima volta in assoluto, una temperatura di 20°. C’è bisogno dunque di coraggio per mettersi in gioco, è un momento che deve accrescere l’altruismo di ognuno, perché non si possono concepire luoghi nel modo nei quali si ricorre alle fosse comuni poiché molta gente non può permettersi di curare, il diritto alla sanità deve essere esteso globalmente e chiunque abbia bisogno di cure ha il diritto di essere aiutato. 
È una presa di coscienza che ognuno deve acquisire perché il cambiamento non deve essere di uno solo ma di tutti. 
DAVIDE POSA

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