VIVIAMO IN UN MONDO SURREALE...
Il muro della mia stanza è ancora lo stesso, i palazzi che vedo affacciandomi al balcone sono ancora lì, così come tutto là fuori, eppure sembra che tutto sia cambiato; ormai i giorni sono diventati solo delle caselle sul calendario, vuoti di quelle abitudini scolpite nelle ore di quella quotidianità che caratterizzava il mondo precedente. Sarebbe giusto dire di essere stati catapultati un mondo completamente diverso da quello che conoscevamo? La risposta è sicuramente sì, infatti oggi cerchiamo quasi ossessivamente di riempire quel tempo che passa lentamente, scarno, di fronte al quale non si è preparati e di cui si ha paura. La restrizione forzata ha costretto al confronto con se stessi, chi prima aveva solo guardato la propria pelle allo specchio e nient’altro, ha riunito le famiglie che cenavano insieme solo in giorni speciali, ha forzato la nostra creatività e nutrito la nostra curiosità e ha fatto volgere lo sguardo verso il prossimo, a chi prima si preoccupava solo di se stesso. Purtroppo la realtà non è rosea, la gente muore senza aver visto per l’ultima volta le persone che più ha amato, i malati circondati da gente che li intimorisce con quei camici e mascherine, ma se ci riflettiamo un attimo anche solo di pensiero di costituire un pericolo per gli altri, fa male e non è accettabile. In un mondo in cui un giorno avremo sconfitto la pandemia e ci saremo rialzati del tutto festeggeremo, grideremo a gran voce fino a perderla, potremo riabbracciare i nostri nonni, chi amiamo, i nostri amici. Infatti abbiamo imparato l’importanza delle persone, di un gesto, come riuscirebbe a farci stare bene un loro abbraccio, ebbene dovremmo ricordare sempre a queste persone quanto gli vogliamo bene, e evitare sentimenti di invidia e odio che di certo non purificano i rapporti. Certo, la vera sfida sarà riuscire a integrare alcune cose scoperte in questi giorni nella nostra vita quotidiana; perché la normalità era bellissima, adesso ce ne rendiamo conto, ma soprattutto questo sentimento di vicinanza, solidarietà, di condivisione tra le persone, sarebbe bello se riuscissimo a portarlo nel nostro cuore. Questi giorni ci hanno regalato una diminuzione dell’inquinamento atmosferico e dovremmo coltivare questo piccolo grande traguardo. In un mondo ideale desidererei che le persone fossero più empatiche e rispettose, che dessero più valore a quelle piccole cose come una telefonata mai fatta, quel caffè rimandato, quel “ti voglio bene” mai detto, quell’abbraccio mai dato, quell’incontro mai avvenuto. Ci sentiamo catapultati in una realtà che leggevamo solo nei libri di storia, che ascoltavamo nei racconti sfumati dei nostri nonni. Viviamo in una dimensione surreale, che non ci appartiene, anche se stando in casa noi ci sentiamo invincibili, in realtà stiamo combattendo in silenzio la nostra intima battaglia, contro un mostro che di giorno in giorno ha sempre più fame di vite umane, eppure quando tutto finirà, guarderemo quel ricordo ormai lontano con un sorriso, perché è proprio da quei giorni che avremo cominciato a vivere in un mondo nuovo, consapevoli di aver abbandonato la dimensione precedente.
Serena Dell’Orco
Eleonora Donvito
Mara Girardi





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