SIAMO NANI SULLE SPALLE DEI GIGANTI

Tanti sono gli uomini che hanno sofferto per la questione spesso complicata che lega l’uomo alla libertà. Tanti sono i filosofi che su di essa si sono interrogati, giungendo ad altrettante teorie differenti. Tanti sono coloro che hanno perso la loro stessa vita in nome della libertà, martiri di una società che nonostante la lunga storia alle spalle ha preferito fingere di non sapere. Cicerone, più di duemila anni fa, scrisse historia magistra vitae est: la storia è maestra di vita. Non importa quanto piccoli possiamo essere noi uomini contemporanei rispetto alla grandezza degli antichi: le basi del nostro pensiero poggiano comunque sul loro. Saremo pur sempre nani, ma siamo nani sulle spalle dei giganti, e in quanto tali abbiamo la possibilità di progredire sfruttando i loro insegnamenti.
Questo, però, di fatto non accade. E così, nonostante millenni di insegnamenti di uomini che hanno dato tutto affinché si comprendesse la vera natura di questo strano concetto che è la libertà, ancora oggi non riusciamo a prenderne atto. Non perché non siamo all’altezza di comprenderlo, anzi, siamo capaci di studiare, comprendere e spiegare cose molto più complicate. Però preferiamo non farlo. Cerchiamo di semplificare tutto, la globalizzazione porta anche a questo. Tutto deve essere breve e immediato: si preferiscono le sintesi alle spiegazioni, i titoli agli articoli, i sinonimi alle definizioni.
Non sono pochi, oggi, in una situazione rischiosa come quella che stiamo vivendo, coloro che si sentono privati della libertà di muoversi. Sembrerebbe quasi una contraddizione che il Governo, che ha il dovere di salvaguardare i nostri diritti, ne limiti alcuni. A vederla in questo modo, non siamo liberi di uscire, non siamo liberi di incontrare gli amici e i familiari, non siamo liberi di viaggiare, neppure di andare a scuola e vivere normalmente la nostra quotidianità. Ma bisogna tenere sempre presente che tutte queste limitazioni servono a contrastare l’emergenza, che minaccia gravemente la salute di tutti noi.

Nelson Mandela, quasi un secolo fa, affermava che essere liberi non significa solo sbarazzarsi delle proprie catene, ma vivere in un modo che rispetta e valorizza la libertà degli altri. Rispettare le restrizioni sempre più decise che il Governo impone gradualmente non significa essere privati del diritto alla libertà individuale. Significa sacrificare abitudini non necessarie per salvaguardare il diritto alla salute e alla vita che la pandemia minaccia costantemente di soffiarci via. Significa essere responsabili per noi stessi e per tutti gli altri, perché quando si vive in una società la libertà e il bene individuali devono sempre essere subordinati a quelli collettivi, non possono ostacolarli. A volte bisogna rinunciare a una piccola cosa per ottenere un bene sconfinatamente maggiore, ed è importante ricordare che, anche se il vantaggio non è visibile immediatamente, ciò non vuol dire che non ci sia.
CLAUDIA DE CARLO IVB

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