LIBERTA', ESILE SFERA DI VETRO

Libertà. Unica, personale, fragile . Si accende negli occhi di un bambino che sfoga tutte le sue forze in un prato, verde, rigoglioso, come se tra quei fragili fili d’erba vi fossero racchiusi tutti i segreti che l’universo nasconde. Si specchia, nel coraggio di chi vuol far valere le sue parole, i suoi pensieri, le sue opinioni. Si legge tra i discorsi incisi sui saggi, nei libri o su un semplice muro consumato dal tempo. La si può avvertire nel vento che ti accarezza i capelli, mentre la tua anima è immersa nell’assordante silenzio delle esili onde che si infrangono sulla sabbia che non smetterà mai di accogliere. La libertà, questa forte ed esile sfera di vetro che i nostri antenati hanno lottato per conquistare e che ognuno di noi dovrebbe proteggere gelosamente, è garantita e regolata dal nostro governo attraverso i diritti, le leggi, in modo tale che nessuno possa abusarne. Il tempo, il poter chiamare un posto casa, poter guadare negli occhi una persona e poterla chiamare famiglia, credo che prima di oggi nessuno abbia mai realmente compreso quanto cose così comuni e scontate fossero importanti. Non sai mai cosa il futuro ti riserva e quale svolta possa prendere: un giorno ti prepari per il tuo matrimonio, per la nascita di tuo figlio, per una delle temute interrogazioni, per la tua laurea, e poi all’improvviso la tua quotidianità viene stroncata. Una forza esterna, incontrollata, maligna, irrompe nella tua vita e giorno dopo giorno ti ritrovi a ripercorrere sempre gli stessi passi, a rivedere gli stessi mobili, le stesse foto, le stessa luce dalla stessa finestra, gli stessi occhi nello stesso specchio. Il coronavirus, in Italia ha scardinato le nostre vite e ne è diventato padrone, ha fermato il nostro orologio al 10 marzo e da allora ha impedito alle strade, alle piazze, ai parchi di ospitare la gioia, la tristezza, la curiosità e la voce della gente. Ci ha portato via le persone più care senza darci la possibilità di poterle abbracciare un’ultima volta e ci ha separato da chi, giorno dopo giorno costituiva le nostre ore, i nostri secondi, i nostri sorrisi e le nostre lacrime. Ma, seppur confinati tra il cemento armato delle nostre case, potremo godere ancora della nostra libertà: rimarremo liberi, liberi di pensare, di sperimentare, di riflettere su noi stessi e su chi siamo davvero, su che tipo di cittadini italiani vogliamo essere. In questi giorni, dove il buio ha offuscato la luce del nostro paese, tutti dovremmo essere coscienti del dolore, dell’emergenza e del caos che fuori si irrompe senza pietà nelle strade: siamo noi artefici del nostro destino e del destino del nostro paese. Siamo liberi, ma non ci è permesso fare ogni cosa che vorremmo. Ci mancano le corse, le risate, i raggi del sole che accarezzano la nostra pelle, le foglie che delicatamente si poggiano sull’asfalto, ci manca la natura, ci manca il nostro mondo, che per dei decreti che proteggono la nostra salute siamo costretti a starne lontani, e che non possiamo infrangere mettendo in pericolo noi stessi e chi ci circonda. La nostra libertà, il rispetto e la coscienza dell’essere cittadini italiani, deve essere la forza che ci deve supportare in questa situazione così difficile e allo stesso tempo unica. Per un istante fermiamoci, riflettiamo e riscopriamo tutte quelle cose che per impegni o altro abbiamo accantonato. Concentriamoci sulle piccolezze che compongono queste giornate isolate, da una telefonata ad un semplice buongiorno, e facciamo si che il girono in cui torneremo ad invadere le strade sia speciale, si un momento per cui sia valsa la pena aspettare e che non tarderà ad arrivare, se ognuno farà il suo dovere.
BENEDETTO BARBARA 4B

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