Male e bene: due principi fondamentali


La cronaca quotidiana rende sempre più complicato raggiungere momenti di serenità e tranquillità dell’animo, un animo sottoposto a stress, ansia, angoscia e sofferenza. Secondo una vasta letteratura che va dai filosofi agli autori moderni e contemporanei, bene e male sono due principi fondamentali che governano la vita umana. Essi sono in perenne lotta fra loro e corrispondono alle pulsioni originarie teorizzate da Freud: Eros e Thanatos, amore e odio, vita e morte. Sono state le religioni, la filosofia e la teologia ad aver iniziato ad indagare il mistero del male, un problema che da sempre suscita nell’uomo un senso di angoscia e tormento e rappresenta una sfida alla ragione e alla scienza. L’idea del male come antitesi del bene e dell’essere e dell’essere, ossia come non-essere in filosofia si ritrova a partire dalla concezione stoica, la quale asserisce che il male non esiste in sé in quanto è privazione del bene. Per Socrate, il male è ignoranza, assenza cioè di principi etici, mentre il bene è conoscenza, cultura, sapienza. Platone, Aristotele e sant’Agostino considerano il male metafisico come una “privazione” di essere, come “non essere”. Il male è una proprietà intrinseca della natura umana, sintomo di un uso disordinato del libero arbitrio. Il male, precisa sant’Agostino, è punizione di una colpa, di una trasgressione. Questa teoria ha influenzato tutta la filosofia cristiana. L’uomo, per Hegel, è “cattivo per natura”, mentre il bene è lo scopo ultimo del mondo, in quanto libertà realizzata. Una delle opere fondamentali della filosofia contemporanea è “ Al di là del bene e del male” di Nietzsche. La sua concezione si pone come “negazione totale” del pensiero occidentale e dei grandi valori della cultura, come la verità, il progresso, la scienza e la religione per la loro mancanza di fondamento e per la loro natura di mera funzione. L’umanità, per il filosofo tedesco, percepisce un “senso di vuoto” davanti alla scoperta che il mondo è un caos irrazionale. Dio è morto e noi dichiara l’abbiamo ucciso. La “morte di Dio” di Nietzsche in realtà è la manifestazione di un’ansia religiosa, l’aspirazione dell’essere umano a imprimere nella sua esistenza l’immagine dell’eternità, lo splendore di un più alto modello di uomo e la creazione di un nuovo sistema valoriale.

Dunque, Unde malum? Le cause di questo male dilagante risiedono nell’appiattamento dei valori che sono la vera essenza della vita mentale umana e nel cedimento della nostra coscienza. Una società che non è come dovrebbe essere non è un bene e una società che è come non dovrebbe essere è un male. È dal mio punto di vista il volto di un “mondo piatto” caratterizzato da una condizione di indifferenza al male, la quale finisce per colpire i principali ideali e valori propugnati da tanti pensatori a partire da Socrate. È uno stato d’animo che deriva da una perdita di fiducia nel futuro di questa civiltà. Di qui l’esigenza di pervenire ad un atteggiamento dignitoso per cui si sa accettare il male e sopportare serenamente il dolore. Bene e male dunque sono profondamente radicati nel nostro cervello.  
                                                                      
                                                             Vincenzo Greco

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