Il fingersi ciò che non si è...
Dio ha dato all’uomo la libertà ed essa implica la possibilità di scegliere tra il bene e il male, ma l’uomo ha veramente questa possibilità di scelta. Puó l’uomo andare contro il proprio senso del giusto e fare ciò che ritiene sbagliato (cioè scegliere coscientemente il male)? La questione sembra superficiale ma non lo è, le persone non riescono a fare ciò che non ritengono sbagliato, non riescono a scegliere coscientemente ciò che si ritiene il male, in generale è inconcepibile. In realtà ogni singolo uomo ogni istante non può che essere se stesso, non può che essere bene. Eppure quando questo essere se stesso viene concepito nella propria separazione e isolamento da ciò che è, sorge quella volontà di poter essere altro che è impossibile da soddisfare. E proprio perché si vuole ciò che è impossibile, si deve fingere che è impossibile sia possibile che il bene stia solo in un perenne altrove. Dopo tutto ciò sembra impossibile volere il male, voler essere altro, voler essere ad esempio, pur essendo uomo, essere come Dio e non poterlo essere, fingersi tale. Si è sempre necessariamente liberi di scegliere tra l’aderire all’essere di ciò che si è e il fingersi ciò che non si è, perché il fingersi ciò che non si è comunque è una possibilità non contraddittoria dell’essere ciò che si è. Dunque è sempre possibile, però ogni uomo, scegliere tra il bene e il male. A mio parere, le priorità conoscitive ci consentono di comprendere la realtà, ma non ci consentono di capire come sia giusto agire, la nostra azione è sempre guidata dal senso del giusto. In questa“visione” un uomo farà sempre e solo ciò che ritiene giusto. Ciò che ritiene giusto dipenderà esclusivamente dalla propria conoscenza alla quale verrà applicato il senso del giusto. Due uomini con stessa conoscenza di fronte alla medesima questione agiranno esattamente allo stesso modo. Questo caso è un caso limite. In realtà è quasi impossibile che due uomini abbiano la stessa conoscenza e si ritrovino ad affrontare la medesima questione data la infinità di variabili che la descrivono. Due uomini con diverse conoscenze invece potrebbe reagire diversamente di fronte alla medesima questione. Ogni uomo agirà a modo suo in base alla propria conoscenza ma farà sempre solo ciò che ritiene giusto. Per questo penso che sia impossibile per un uomo scegliere coscientemente il male, fare ciò che ritiene sbagliato. Il giusto agire implica il rispetto della realtà, ossia il rispetto di come stanno le cose per come stanno. È vero che per ciascuno questo stare delle cose appare diverso a seconda dei contesti che le cose interagendo con loro e con noi determinano, ma proprio questo ci indica che sceglie il giusto significa vivere ciò che ci appare ma senza mai considerarlo escludente di ogni altro apparire, perché in questa molteplicità dell’apparire consiste la nostra più profonda realtà umana. Negare che l’apparire sia sempre aperto verso un diverso apparire è voler fingere che la parte che ora mi appare esaurisca il tutto a vantaggio di una volontà di potenza che nega alla radice ogni giustizia dovuta alla realtà stessa.



Commenti
Posta un commento