due forze opposte e contrarie


La Patristica, ossia il periodo dell’elaborazione dottrinale del Cristianesimo, tra le varie tematiche affrontate, ritroviamo proprio il concetto di Bene e Male che alberga nell’uomo.
Il Male, in particolare viene associato al non essere, poiché non proviene da Dio, o in altre parole, lo potremmo definire come una carenza o privazione di essere. Nonostante ciò gli individui, essendo liberi, possono compiere sia azioni benevoli, che malvagie. Inoltre la Patristica, ma in particolare Agostino, pone una differenza tra male metafisico, derivante dalla mancanza di perfezione del creatore e male fisico, proveniente dall’imperfezione, che egli stesso conferisce agli uomini. Infine egli, parla di male morale di cui abbiamo già accennato, il quale deriva proprio dal libero arbitrio concesso all’uomo e dunque lo induce a mettere in atto sia il bene che il male. Di conseguenza l’uomo, avendo dinanzi molteplici possibilità a volte si lascia guidare dall’intelletto e dalla ragione e compie ciò che è giusto, ciò che è lecito; altre volte si lascia sopraffare dagli istinti e purtroppo cade nel male.
Se, teoricamente, l’individuo vuole tendere al bene, alla perfezione, o in un certo senso al raggiungimento di Dio, d’altro canto la retta via è spesso deviata, poiché si presenteranno tentazioni, ostacoli, illusioni che ci complicheranno il percorso. Questi ostacoli non devono essere considerati a tutti gli effetti delle minacce, in quanto soltanto attraverso le difficoltà, l’uomo potrà crescere e maturare.
Purtroppo il bene non può esistere senza il male, e viceversa; dunque questi due concetti non sono indipendenti tra loro, ma al contrario sono strettamente legati. 
Kant, ad esempio, ci presenta una visione rovesciata rispetto all’idea base della Patristica secondo la quale l’uomo tende al bene. Il filosofo ci spiega l’esistenza del male radicale, ossia l’inclinazione naturale al Male di tutti gli esseri razionali finiti.
Questa tesi, va a scuotere il pensiero cristiano, ma ci fa comprendere come ognuno di noi sia guidato da due forze opposte e contrarie, le quali non agiscono mai contemporaneamente ma prevale sempre l’una sull’altra. Una è il bene, l’inclinazione dell’uomo a ricercare la verità, a innalzarsi verso Dio (riprendendo Agostino) e l’altra è il male, che ci devia, ci porta fuori dagli schemi (recuperando il pensiero di Kant).
Tocca ad ognuno di noi, di volta in volta,  decidere a che forza affidarsi e quale delle due far prevalere.
Possiamo dunque comprendere come tutti gli uomini sono mortali, imperfetti e tentano sempre di più di perfezionarsi e avvicinarsi al creatore, la cui forza come ci spiega Agostino, non risiede nell’impedire il male che come abbiamo visto è inevitabile poiché è parte di noi, ma nel saper trarre il bene dal male. Con ciò notiamo come le tesi cristiane non siano del tutto contrarie a quella di Kant: entrambi i pensieri ammettono la presenza del male nel mondo, ma cercano di scinderlo, per ricercare in esso il bene e la ragione.
Ricollegando queste considerazioni al mio pensiero personale e alla mia esperienza ritrovo la massima espressione del male nelle malattie che colpiscono l’uomo, ma che al tempo stesso si presentano al fine di permettere a quest’ultimo di rafforzarsi e sviluppare le capacità necessarie per poter vivere e migliorarsi. I mali peggiori, intesi sotto quest’ottica, non hanno colpito me in prima persona, ma persone a me care.
Ho visto gente soffrire, sconfiggere il male, alcuni ce l’hanno fatta, altri si sono lasciati travolgere dalla sua potenza.

                                                                                                                        
   Fiore Chiara Maria 4 C

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