"il mondo è un posto pericoloso"...
Agostino è uno dei filosofi che si interessa del problema del male. Inizialmente, non riuscendo a far coincidere la fede in Dio, identificato come Bene, con la presenza oggettiva del male sulla Terra, egli si avvicinò alla dottrina manicheista: questa concepiva il mondo come governato da due divinità necessariamente opposte tra loro, il Bene e il Male.
In realtà, però, due infiniti non possono esistere perché si limiterebbero. Successivamente, con la conversione al Cristianesimo, il problema si accentuò: “si Deus est, unde malum?”. Insomma, essendo Dio creatore del mondo, ed essendo infinitamente buono, come è possibile che esistano dolore, peccato, male e sofferenza?
La risposta di Agostino è semplice: il male non esiste.
Secondo il filosofo, infatti, il male “non è una sostanza, perché se fosse una sostanza sarebbe un bene”. Il male, che appartiene all’universo del non-essere è una privazione, una mancanza di bene; ad esempio la sordità è un male, ma va intesa come mancanza di udito. Il male volontario, invece, è secondo Agostino, il peccato. E quest’ultimo altro non è che la rottura dell’ordine che Dio ha conferito alla propria creazione. L’uomo è in grado di commettere peccato proprio perché possiede il libero arbitrio e talvolta lo fa senza accorgersi che il peccato è la scelta di un bene minore e non di uno superiore. Agostino sostiene, inoltre, che una via tramite la quale si è diffuso il peccato è “l’imitazione di Adamo ed Eva”. Quindi, per il filosofo, oltre al peccato che si commette volontariamente, esiste il peccato che da Adamo si trasmette per propagazione a tutta la sua stirpe, effetto del libero arbitrio che Dio da sempre ha concesso all’umanità.
L’episodio di Adamo diviene, quindi, per antonomasia un caso di inclinazione al male da parte dell’uomo. Anche il film Platoon, infatti, ci fa comprendere come il male alberghi nell’uomo da sempre e come quest’ultimo sia esercitato per la teoria del sentimento di potenza. Nella conclusione del film viene rivelato il lato oscuro del protagonista Chris, che per difendere il sergente buono Elias, si trasforma in una macchina da guerra senza scrupoli. In questo caso Chris non aveva l’obiettivo di fare del male, ma il suo unico fine era quello di vendicare Elias al fine di sentirsi superiore e più potente dello spietato generale Barnes.
Secondo Nietsche, infatti, facendo del bene o del male si esercita la propria potenza sugli altri, ed è questo ciò che gli uomini desiderarono più ardentemente. Facendo del male suscitiamo, dunque, dolore nelle persone a cui dobbiamo far sentire la nostra potenza; facendo del bene a coloro che già dipendono da noi, invece, non facciamo altro che aumentare la loro potenza poiché così ammettiamo la nostra.
Tutto dipende, secondo Nietsche, da come si è abituati a “insaporire” la propria vita: è questione di gusto preferire un incremento di potenza lento (la strada del bene) o subitaneo (la strada del male). Ma la domanda “unde malum?” era ed è ancora tutt’oggi un tema centrale per l’umanità.
Nel recente saggio “Le sorgenti del male”, il sociologo Bauman afferma che il male è prodotto dagli uomini, ma non occorrono “mostri” affinché azioni malvagie possano essere compiute, anche se la normalità dei più vorrebbe vedere dei “mostri” nel ruolo di carnefici e di esecutori delle peggiori efferatezze. In realtà, sostiene Bauman, gli esecutori del male sono il più delle volte normalissimi individui che vengono autorizzati ad esercitare la violenza è che sono, dunque, forniti dei necessari strumenti per compiere azioni devianti. E quindi, in questa luce, si possono leggere non solo le malvagità commesse nei campi di sterminio, ma una serie di eventi che punteggiano la storia sino ai giorni nostri, come la bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki. Tuttavia il sociologo afferma che “dopo l’oscurità c’è sempre un po’ di bene”: non vanno dimenticate le persone che seppero e sanno resistere al male. In conclusione come diceva Albert Einstein:
Nel recente saggio “Le sorgenti del male”, il sociologo Bauman afferma che il male è prodotto dagli uomini, ma non occorrono “mostri” affinché azioni malvagie possano essere compiute, anche se la normalità dei più vorrebbe vedere dei “mostri” nel ruolo di carnefici e di esecutori delle peggiori efferatezze. In realtà, sostiene Bauman, gli esecutori del male sono il più delle volte normalissimi individui che vengono autorizzati ad esercitare la violenza è che sono, dunque, forniti dei necessari strumenti per compiere azioni devianti. E quindi, in questa luce, si possono leggere non solo le malvagità commesse nei campi di sterminio, ma una serie di eventi che punteggiano la storia sino ai giorni nostri, come la bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki. Tuttavia il sociologo afferma che “dopo l’oscurità c’è sempre un po’ di bene”: non vanno dimenticate le persone che seppero e sanno resistere al male. In conclusione come diceva Albert Einstein:
Simona Masi 4C



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