Lo specchio dell'uomo in sè

Perché il male è parte dell’uomo, se è male? Sant’Agostino supponeva nella sua filosofia che il male non esistesse, ma fosse semplicemente una mancanza di bene, che ci rende distanti da Dio, essere buono e perfetto in ogni suo aspetto.

Di conseguenza il male è non essere e lo scopo dell’uomo è quello di essere quanto più vicino e coerente dell’ essere inteso come bene. In poche parole, per Sant’Agostino il male è una carenza, un mancare di qualche virtù. Per me il male non è altro che lo specchio dell’uomo in sé.

Partendo dal principio, il male non esiste, non perché non essere, ma perché è concetto concepito e cresciuto dall’uomo nel suo pensiero. Questo porta il male su un piano esclusivamente ontologico, di conseguenza il male esiste solo presso ciò che è umano. Su questo primo punto mi distacco dalla Patristica, che definisce il male come presente in ogni ente eccetto Dio. Parlando di come invece il male si insidi nell’uomo, penso che sia di nuovo solo responsabilità dell’ uomo . In altre parole, si suole definire il male come un errore, un’imperfezione, una mancanza di ordine, in un disegno mentale.

Il male dall’uomo puo’ essere interpretato come dolore e il dolore in sé è il segnale di malfunzionamento del nostro corpo; un uomo dedito al male è un uomo che crea scompiglio in un ordine sociale. Allo stesso modo sin dall’infanzia ci viene insegnato che azioni escono fuori dall’ordine, come mancare di rispetto a un superiore, sono male.

Il male, rimanda  a un concetto di imperfezione, carenza, mancanza, proprio come lo stato dell’uomo. L’uomo è figlio del male poiché è fatto male, se intendiamo per male imperfetto, non completo e quindi mancante. Da qui mi ricollego all’idea chiave iniziale del male, ossia che l’uomo è lo specchio del male. Talvolta il male, differentemente da quello che pensa Agostino, non è una scelta, ma è un gesto inconsapevole, dato che la nostra imperfezione non ci permette  nemmeno di discernerlo dal bene.

Nicola Ciliberti 4C