La filosofia come ricerca ineludibile dell'esistenza


ESISTERE…?

Esistere. Ma cosa vuol dire esistere? Solo partecipare alla vita terrena, o qualcosa di più? Secondo la mia opinione è molto importante porsi domande sulla propria esistenza, poiché tali domande diventano spunti di riflessione per la formulazione di interi pensieri. Mi è capitato più volte di domandarmi cosa significasse davvero esistere, ma sono riuscita a concludere soltanto un pensiero annebbiato e confuso, in cui l’esistenza sulla terra dipende certamente da noi ed è il risultato di tutte le scelte che, nel corso del tempo, facciamo dalle più banali alle più serie. Questa affermazione è un’ipotesi che ho formulato e che, sicuramente, sarà oggetto di cambiamento durante gli anni. Certamente tale argomento non esclude l’eterna domanda sul senso della propria esistenza, quesito che ha massacrato la generazione umana sin dagli albori, con la mera differenza che, nell'antichità, gli uomini riuscivano a spiegare tutto con l’invenzione di un racconto, un mito che potesse dare tutte le risposte. Con il passare degli anni, le generazioni hanno subito differenti e molteplici evoluzioni dal punto di vista culturale. Proprio questo sapere, questa cultura, che si è andata ad incrementare nel corso del tempo, ha fatto sì che all'essere umano non bastasse un racconto inventato per spiegare l’intera esistenza, ma necessitasse di verità concrete ed è proprio la ricerca alla base della filosofia, è proprio il porsi domande allo scopo di trovare una grande risposta, che fa dell’uomo un filosofo. Non domandarsi il senso della propria esistenza, pertanto, si può definire una scelta facile, poiché si rinuncia a molteplici ulteriori domande. Tale scelta, però non è soddisfacente, poiché  addormenta l’intera attività di pensiero che, nel tempo, si dissolve. Ritengo, infatti, che questa sia importante per l’esercizio del ragionamento, che dev'essere sempre attivo. Oggigiorno, purtroppo, si tende a scegliere sempre la strada più facile, quella già spianata, che ci porta ad intraprendere un cammino sereno e tranquillo, senza neppure il bisogno di indossare un paio di scarpe da ginnastica.  Se si percorre questa strada, però, ci si perde l’intera bellezza del cammino in una scalata in montagna, in cui in salita bisogna rimboccarsi le maniche e non arrendersi mai e in discesa bisogna essere ancora più vigili e attenti, poiché la probabilità di scivolare e cadere è più alta. E poi in montagna arriva il momento in cui si è sulla vetta, il luogo da cui ci si sente per qualche minuto padroni del mondo; da qui si può osservare ogni cosa in miniatura, come se la realtà che vediamo non ci appartenesse: fiumi come venature di una foglia e alberi come piccoli foruncoli sulla guancia di un grosso monte. È proprio in questo luogo che si avverte una sensazione straordinaria, che completa la soddisfazione di essere arrivato con la possibilità di estraniarsi dal quotidiano. Questo paragone è necessario per comprendere e per rispondere definitivamente alla domanda: “è soddisfacente non domandarsi il senso della propria esistenza?. In conclusione, la scelta più facile non permette a chi la compie di avventurarsi nella bellezza e nei sentimenti che si provano se si intraprendesse la scelta più difficile.
 


 Classe 3^B

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