L'Antico Manoscritto



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La metafora attualizzata dall’antico poeta persiano e ripresa da Carlo Monaco, in cui si paragona l’universo ad un grande manoscritto, di cui sono andate perdute la prima e l’ultima pagina, intende spiegare al meglio l’incertezza, che avvolge e caratterizza la filosofia. L’uomo, così, sin dai tempi più remoti, è costretto a porsi domande, mettendo in discussione le sue idee, al fine di scoprire il principio e la fine, che ammanta l’intera umanità. le pagine perse del manoscritto, pertanto, contengono le risposte a tutte quelle domande che il filosofo si pone, ignaro dell’origine e della distruzione dell’universo. Sono proprio queste domande a destabilizzare l’uomo, che mette in discussione persino la propria esistenza per scoprire cosa si nasconde alle spalle dell’umanità e oltre le porte della morte. È fondamentale per l’essere umano andare alla ricerca di entrambe queste pagine, che, solo insieme all’interno del manoscritto, faranno emergere quello che è il senso e lo scopo della vita a livello universale. L’incertezza, dunque, è imprescindibile, per stimolare l’uomo alla ricerca sfrenata e, pertanto, caratterizza quella che è letteralmente la filosofia, e cioè la passione, l’amore per la saggezza, per la conoscenza. Prendendo come spunto di riflessione la definizione che ha assegnato all’odierna civiltà il filosofo e sociologo Bauman, dicendo che “la nostra è una società liquida”, è possibile comprendere quanto scorrettamente vengono assorbite le informazioni oggigiorno. Questo sapere vuoto rende la società liquida, che non è capace di mettere in discussione le notizie che assorbe quotidianamente. Bauman ci dice che la nostra civiltà, a causa di questa sua forma impropria, non nutre e non matura lo spirito critico, e questo fa di noi cittadini inconsapevoli. La definizione del filosofo, pertanto, è da intendere come un esortazione a riprendere una forma, è l’esortazione a mettere in discussione tutto quello che è intrinseco alla nostra esistenza, affinché, nutrendo maggiormente il nostro spirito critico, possiamo essere cittadini consapevoli e gustare quello che è alla base della filosofia, e, dunque, le domande, l’incertezza. Secondo il mio pensiero non è necessario che la filosofia, come la scienza, debba ottenere risposte precise, altrimenti svanirebbe tutta l’incertezza che avvolge la disciplina e che ne fa qualcosa di vertiginoso. L’ottenere tutto quello che si vuole permette al desiderio di dissolversi e, se questo avvenisse, l’esistenza umana non avrebbe alcun senso. Com’è bello, infatti, desiderare qualcosa con tutte le proprie forse? Com’è bello avere nell’animo una fiamma sempre accesa? Questo non capita solo con gli oggetti, ma anche con le persone. Quanto si può definire meravigliosa la fase dell’innamoramento, in cui vige in noi un profondo entusiasmo nel vivere quotidianamente? È proprio il desiderio per un’altra persona, che permette al soggetto di cercare e ricercare informazioni inerenti. Questo è quello che accade comunemente agli esseri umani ed è, in senso più ampio, quello che accade ai filosofi nel desiderare le risposte alle loro grandi domande. Per questo ritengo che la meraviglia debba essere al fondamento del genere umano. L’uomo, infatti ha bisogno di provare stupore nel osservare qualcosa che non conosce, perché è proprio da questa meraviglia, che nascono i quesiti, che fanno dell’esistenza umana, uno spirito attivo.
                                                                                                                                             

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