Fare filosofia vuol dire scegliere.

Scegliere......

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Capita a tutti di dover compiere tutti i giorni determinate scelte. La mia domanda quotidiana e continua è: “e ora dove vado?”. Molto spesso mi capita di trovarmi di fronte ad un bivio, le cui mete sono indipendenti l’una dall’altra. A volte vorrei creare io una strada alternativa che possa collegare i due luoghi, ma mi accorgo che questo è difficile.  Quando prendo una scelta sono cosciente di poter intraprendere la strada sbagliata ed è per questo che non mi è mai piaciuto decidere. Era un giorno di settembre del 2015 ed ero alle prese con il Gorzano, di 1200 metri. Mi è sempre piaciuto scalare le montagne e quel giorno ero contenta di essere lì. Camminavo in un sentiero stretto, immerso nel bosco e costeggiato da due strapiombi. I miei occhi guardavano, in basso il percorso, cercando di prevenire gli eventuali imprevisti, che mi avrebbero fatta scivolare. D’un tratto alzai lo sguardo e vidi davanti a me un maestoso tronco: era così alto, che, per la prospettiva, non riuscivo a scorgere le sue fronde. Quell’albero era lì, che troncava il mio sentiero biforcandolo in altri due ancora più stretti. La sua presenza mi angosciava: sembrava un essere umano, sembrava che ascoltasse tutti i miei pensieri. Ero costretta a prendere una scelta. I soliti colori che segnavano il percorso non c’erano in nessuna delle due strade. Così, con un movimento repentino, girai la testa prima a destra e poi a sinistra, come a voler cercare qualcuno. Degli altri compagni di viaggio non c’era traccia, così iniziai a gridare i loro nomi, ma loro non risposero; provai a chiamarli con il cellulare, ma, ovviamente, il servizio non era disponibile. Non volevo prendere quella scelta, non volevo perdermi, anche se, forse, lo ero già. Quello era solo il mio momento: solo io potevo scegliere. I sentieri erano fisiologicamente dentici, con la differenza, però, che uno portava alla vetta, l’altro no. La paura di sbagliare strada mi corrodeva la mente e annebbiava la possibilità di ragionare lucidamente. Mi accosciai, iniziai a toccare le foglie che ricoprivano il sentiero alla mia destra, le scostai e sotto, sentii qualcosa di umido e bagnato, così ritirai subito la mano, che si rivelò essere sporca: era terreno. Eseguii le stesse azioni nell’opposto sentiero, ma sotto le foglie sentii qualcosa di freddo e duro: erano pietre e sassolini. Mi meravigliai per quanto fosse vario il territorio in quel luogo, così ripensai alle parole che mi aveva detto mio padre, che descriveva la vetta del Gorzano piena di sassi, come fosse breccia. Decisi, così di percorrere il sentiero con la ghiaia e, dopo un quarto d’ora, ero fuori dal bosco. Iniziava l’ultimo tratto, prima della meta, luogo in cui rincontrai i miei compagni. Tale esperienza è la dimostrazione concreta del momento in cui si è in preda ad una scelta, in cui le strade si biforcano. Vedendo tale concetto in una dimensione più ampia, si scorge come la mia domanda quotidiana può riferirsi a diversi campi della vita giornaliera. Ho scelto di argomentare tale scelta proprio perché il mio quesito può riguardare diversi ambiti: dal piano concreto, pertanto, essa può slittare sul piano allegorico, riferendosi all’affermazione di un pensiero piuttosto che un altro, all’accettazione di una determinata idea, che può riferirsi, per esempio, alla scoperta di un differente orientamento sessuale, oppure all’approvare o meno l’esistenza di Dio. Come afferma Seneca, è bene che l’uomo compie le proprie scelte con la “ragione perfetta”, che “si chiama virtù e si identifica con l’onestà”. Il filosofo, pertanto, esorta l’uomo a ad agire con il suo logos, che lo caratterizza e lo rende diverso dalle altre specie di esseri viventi sulla terra, ma lo sprona ad utilizzare onestamente questo suo dono, affinché possa essere lieto delle scelte che compie. Tale pensiero, nella modernità, è da prendere come un rimprovero a tutti gli uomini, ma soprattutto a chi conduce la vita politica dello stato, che, diffondendo il fenomeno della corruzione, ha violentemente dimenticato quanto, questa, sia affascinante.                                                                                           
                                                                                                                                              Classe 3^B

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